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Mancanza di manodopera: la situazione nell’Unione Europea e in Italia

  • 16 Novembre 2022
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Dopo la pandemia, il mondo si trova a dover affrontare molti altri problemi sul versante economico. In particolare, il rallentamento della ripresa economica e l’inflazione sono diventate le principali preoccupazioni dei governi nazionali e delle istituzioni internazionali.
A questo, tuttavia, si sta aggiungendo un’ulteriore preoccupazione: la carenza di manodopera.

Qual è la situazione nell’Eurozona? E in Italia?

Carenza di manodopera nell’Eurozona: i timori della Commissione Europea

Secondo un recente rapporto redatto dalla Commissione, la carenza di manodopera ha raggiunto i massimi storici in tutti e tre i settori esaminati: industria, servizi e costruzioni.

Questa carenza, spiega il documento, è dovuta al fatto che la crescita estremamente positiva dell'occupazione non ha tenuto il passo con l'aumento della domanda di lavoro. Il commissario all’Economia Paolo Gentiloni ha riferito, nel corso di una recente conferenza stampa, che “nell'ultimo trimestre del 2021 il tasso di disoccupazione è sceso al di sotto dei valori pre-pandemia e a dicembre ha raggiunto i minimi storici del 6,4% nell'UE e del 7% nell’Eurozona”. Allo stesso tempo, Gentiloni riporta un aumento dell'occupazione nell'UE pari allo 0,9% nel terzo trimestre: circa 1,8 milioni i posti di lavoro in più che hanno contribuito a colmare il divario con i livelli pre-pandemia.

Tuttavia, questi dati positivi non sono rimasti al passo con l’effettiva domanda di lavoro e hanno quindi causato un’importante carenza di manodopera in diversi settori; questi, a loro volta, subiscono una limitazione nelle proprie capacità di produzione.

Inoltre, la mancanza di manodopera qualificata porta con sé una nuova preoccupazione, cioè che l’assenza di lavoratori possa diventare un vero e proprio ostacolo alla completa ripresa dell’Unione Europea dalla crisi pandemica e al raggiungimento dei risultati originariamente previsti.

I motivi della carenza di manodopera nell’Unione Europea

Un rapporto di Eurofound del giugno 2021 evidenzia i motivi alla base della crescente mancanza di manodopera, sia specializzata che non, in tutta l’Unione Europea.

Secondo il documento, le motivazione di questa carenza sono principalmente tre:


  1. riduzione della mobilità all’interno della UE e dei flussi migratori dall’esterno;

  2. cambio di settore da parte dei lavoratori;

  3. riluttanza ad accettare lavori in determinati settori, in particolare a causa dei salari e delle condizioni di lavoro.



Per quanto riguarda il punto sulla mobilità e l’immigrazione, la pandemia da COVID-19 aveva (ovviamente) complicato le procedure per richiedere e ottenere permessi per lavorare all’estero, aumentando la carenza di manodopera in settori come l'agricoltura e la sanità. Con le riaperture e la recente guerra in Ucraina, però, i numeri sono tornati a salire: il 1° gennaio 2022 sono state attestate 3,92 milioni di richieste di soggiorno, mentre nel 2021 queste si sono fermate a 3,3 milioni.

Riguardo al cambio di settore da parte dei lavoratori, questo è dovuto in particolare all’insicurezza e all’incertezza generati dalle chiusure nel corso dei lockdown. Alcuni settori più di altri, infatti, hanno mostrato una serie di difficoltà, valutate come motivo di trasferimento in altri settori da parte di un gran numero di lavoratori. È emblematico il caso dell’Irlanda: le informazioni disponibili suggeriscono che qui ben il 30% della forza lavoro nel settore dell’ospitalità si sia trasferito in altri settori.

Infine, il terzo punto si ricollega alle condizioni lavorative e ai salari offerti in diversi tipi di settore. Nello specifico, i motivi che impediscono ai lavoratori di cercare e accettare determinati tipi di lavoro sono:


  • mancanza di sicurezza del reddito e della certezza che un lavoro a tempo determinato si trasformi in un contratto indeterminato;

  • scarse prospettive di carriera e di crescita personale all’interno dell’azienda;

  • natura impegnativa del lavoro, combinata a una retribuzione bassa e condizioni di lavoro precarie.



Tra i settori più colpiti vi è quello della ristorazione, nel quale i principali motivi di mancanza di manodopera sono legati alla bassa retribuzione in relazione ai carichi di lavoro richiesti, alle scarse tutele e al mancato rispetto degli orari lavorativi (in particolare per i lavoratori stagionali).

La situazione della mancanza di manodopera in Italia

Nel nostro paese, il tema della carenza di manodopera specializzata (e non) è evidente in molteplici settori: da quello della ristorazione a quello sanitario, dall’industria all’agricoltura, fino ad arrivare a quello dell’edilizia, per citarne alcuni.

Tra i motivi alla base di questa problematica si evidenziano principalmente le istanze che riguardano in prima persona i lavoratori: insicurezza sul reddito, scarse prospettive di carriera, natura impegnativa del lavoro, condizioni precarie e retribuzioni considerate insufficienti.

Questo problema, nel caso dell’Italia, si lega a filo diretto anche con il PNRR: la mancanza di figure professionali, infatti, potrebbe sfociare nell’impossibilità di completare alcuni punti del piano, perdendo così parte dei fondi a disposizione.

Le soluzioni al problema della carenza di manodopera, tuttavia, non sono univoche e dipendono in particolare dal tipo di settore di riferimento. In ogni caso, la risoluzione della situazione in essere richiederà uno sforzo sempre maggiore da parte di diverse entità.

In primis troviamo sicuramente il Governo, che dovrà varare misure in grado di garantire l’acquisizione di manodopera, sia interna che dall’estero (come ad esempio fatto dalla Germania con il lo Chance-Aufenthaltsrecht del 6 luglio).

Inoltre, anche le aziende di ogni settore dovranno fare una scelta, focalizzando la propria attenzione sull’innovarsi e reinventarsi; per le aziende italiane, infatti, sarà fondamentale cambiare la percezione obsoleta che avvolge diversi mestieri, promuovendo elementi del lavoro totalmente nuovi e in grado di attrarre le generazioni più giovani.

Infine sarà fondamentale il ruolo delle scuole e delle università: queste avranno il compito di focalizzare l’attenzione dei ragazzi sulle possibilità offerte da diversi tipi di impiego e di settore, proponendo corsi specializzanti e/o di studio sempre più in linea con le effettive esigenze del mercato del lavoro.

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